Parlare di emozioni, esprimere empatia, criticare in modo costruttivo, mostrare apprezzamento.
Condivido quattro suggerimenti che possono rappresentare alcuni spunti da coltivare giorno dopo giorno nell’ottica di nutrire il dialogo e la relazione di coppia in una direzione di benessere.
1. Parlare delle proprie emozioni in prima persona.
A volte facciamo fatica a comunicare al partner le nostre emozioni, soprattutto quelle che consideriamo “negative” come il fastidio, il disagio, la rabbia e la preoccupazione. Spesso a questo proposito le persone dicono: “non so come diglielo”, “e se si arrabbia?”, “e se si offende?”, “e se finisco per fare peggio?”.
Allenarsi ad esprimere i nostri sentimenti e vissuti, sia positivi che negativi, con tempestività, senza lasciar passare troppo tempo, è molto importante per migliorare il rapporto di coppia. Ciò non significa che tutto debba essere esplicitato, tuttavia tenere in sospeso situazioni che si associano a disagio o malessere può aumentare il rischio di fraintendimenti e peggiorare la situazione.
Quando vogliamo parlare delle nostre emozioni è utile privilegiare espressioni in “prima persona”. “Mi sento”, “Io provo”, “Mi piacerebbe”, “Io vorrei”, ecc.
Un esempio.
Dire al nostro partner “mi sento frustrato” è molto diverso rispetto all’utilizzare l’espressione “tu mi fai sentire frustrato”. In questo secondo scenario infatti è più facile che l’altro si senta “accusato”- come se lo ritenessimo “responsabile” della nostra emozione- e che si “metta sulla “difensiva”.
Utilizzando la prima persona invece esprimiamo in modo chiaro ed aperto il nostro vissuto scegliendo di condividerlo con il partner. È plausibile che quest’ultimo -non sentendosi accusato- possa rimanere più aperto nell’ascoltare i nostri bisogni e più disponibile nel provare a comprendere il nostro vissuto. Quando una persona si sente attaccata e colpevolizzata difficilmente ci ascolterà, se invece parliamo di “come ci sentiamo ” sarà più probabile fare di una critica uno spazio di crescita.
2. Sapersi mettere nei panni del partner con empatia.
Una delle maggiori sfide nel rapporto con il partner, soprattutto quando si è in disaccordo, è l’impegno nel cercare di andare oltre il proprio personale punto di vista, per cogliere e comprendere il modo in cui l’altro vede le cose.
Accogliere e comprendere la prospettiva dell’altro non vuol dire essere d’accordo o condividere, ma essere disposti a prendere in considerazione quanto l’interlocutore porta come base per negoziare e cercare soluzioni condivise ed accettabili per tutti.
Tante volte quando non siamo d’accordo con un’altra persona tendiamo a ribadire quanto la nostra idea sia giusta e corretta e quanto l’idea altrui sia irrazionale. In tal senso espressioni quali “ciò che dici non è vero”, “guarda la realtà”, “ti spiego io come stanno le cose” sembrano proprio ribadire questo dilemma tra “torto” e “ragione”.
Quando il nostro interlocutore sente che trattiamo le sue idee come “irrazionali” con maggiore probabilità potrà irrigidirsi e “mettersi sulla difensiva”. Al contrario è molto più facile aprirsi al punto di vista dell’altro quando si avverte che la propria opinione viene trattata con dignità e rispetto.
A livello comunicativo può essere utile, prima di proporre la nostra idea, ripetere con le nostre parole ciò che abbiamo compreso del punto di vista altrui e solo secondariamente esprimere la nostra posizione in merito. Si tratta quindi di investire inizialmente un po’ del nostro tempo ed energia per mostrare all’altro che riconosciamo la dignità del suo punto di vista e delle sue motivazioni e solo successivamente riportare la nostra idea.
Un esempio.
“Se ho capito bene stai dicendo che……comprendo il tuo punto di vista…. Ciò nonostante, io invece penso che….”
3. Esprimere eventuali critiche in modo costruttivo.
La finalità della critica è quella di consentire all’altro di migliorare, di modificare comportamenti, di cambiare in meglio, di rendersi conto che un suo comportamento ha conseguenze negative per noi. L’obiettivo non è quindi quello di far sentire l’altro inadeguato, colpevole, inetto, inadatto, ignorante, ecc.
Le critiche formulate in modo “costruttivo” sono circoscritte e precise circa i comportamenti interessati, sono rivolte a ciò che il partner può FARE, non a ciò che È .
Si descrive cosa si vorrebbe dall’altro, il cambiamento che si vorrebbe, mantenendosi aperti a capire cosa ne pensa l’altro e se ha controproposte.
Come procedere?
-Descrivere in modo concreto e specifico il comportamento che vorremmo il partner modificasse.
-Spiegare l’impatto negativo di tale comportamento su di noi e come ci sentiamo in merito.
-Proporre un comportamento alternativo.
Un esempio.
Proviamo ad immaginare che Luca, il partner di Marta, non abbia portato fuori la spazzatura anche se era stato concordato che fosse un suo compito.
Presa dalla foga Marta potrebbe dirgli: “Sei sempre il solito menefreghista”.
Questa espressione, rappresenta uno sfogo più che una critica costruttiva. Sembra finalizzata a “scaricare la tensione” più che a cercare soluzioni utili a gestire la situazione che viviamo come problematica.
Vediamo un’alternativa strutturata secondo il modello della critica costruttiva:
“Luca, quando tu non porti fuori la spazzatura (descrizione comportamento), mi sento frustrata (emozione), perché mi sembra che venga dato per scontato che l’onere debba ricadere su di me (conseguenze negative sperimentate), ti chiedo di cercare insieme una soluzione. Cosa ne pensi di…(soluzione alternativa)”.
A volte il primo passo per dare forma ad un cambiamento nei nostri comportamenti e proprio l’immaginare -in modo molto concreto e dettagliato- un’azione alternativa che potrebbe rimpiazzare il comportamento meno funzionale.
4. Esprimere apprezzamento.
Una buona comunicazione comprende tanto il saper criticare in modo costruttivo quanto il saper lodare e valorizzare i comportamenti altrui.
Spesso si dimentica l’importanza di lodare e valorizzare il contributo degli altri, oltre che il saper accettare gli apprezzamenti che ci vengono rivolti.
Come la critica, anche la lode va rivolta al comportamento.
Riprendiamo l’esempio del dialogo tra Marta e Luca in merito alla gestione delle incombenze domestiche. Immaginiamo che, a partire del confronto con la partner sui possibili comportamenti alternativi, Luca abbia pian piano cominciato a modificare il proprio comportamento. In questo scenario è utile che Marta, notando questi sforzi, vada a sottolineare la variazione osservata esprimendo il suo apprezzamento.
“Luca, ho apprezzato molto il modo in cui hai tenuto con to di quanto ti ho detto la settimana scorsa, mi sono accorta che stai provando ad applicare quanto abbiamo condiviso”.
Dott.ssa Laura Bastianello Psicologa Psicoterapeuta Albignasego Padova.