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Ansia - Impariamo a conoscerla, Disturbi d'ansia, Gestire le emozioni: ansia, paura e rabbia, Psicologa Padova

Quando l’ansia “dilaga a macchia d’olio”: il Disturbo d’Ansia Generalizzato.

Disturbo D'ansia Generalizzato Laura Bastianello Psicologa Psicoterapeuta Albignasego

Attraverso l’esperienza di Mariangela parliamo del Disturbo d’Ansia Generalizzato.

Mariangela e l’“ansia”.

Mariangela conosce bene l’ ansia, non ricorda quando ha avvertito per la prima volta quest’emozione eppure l’ ansia l’ha sempre accompagnata nelle varie aree, fasi ed attività della sua vita. L’ha accompagnata anche attraverso le parole di familiari ed amici: “ma che ansiosa che sei!”, “fai venire l’ansia anche a me”, “ma è possibile che devi sempre pensare male, che vuoi essere l’uccello del malaugurio?” le dicevano. Questi vissuti, seppur a volte faticosi e pesanti, non le avevano impedito di concludere gli studi, trovare lavoro ed un compagno, Enrico. Mariangela ha 30 anni e lavora da dieci anni nella stessa azienda, si trova relativamente bene, ora che conosce meglio il lavoro si sente anche più tranquilla rispetto all’inizio. Il suo compagno Enrico è molto diverso da lei, è intraprendente e deciso, questo all’inizio l’aveva un po’ intimorita poi le ha dato sicurezza. Mariangela sa che si può sempre appoggiare a lui.

La preoccupazione “dilaga a macchia d’olio”.

Mariangela si è sempre considerata una “persona ansiosa” eppure da poco più di sei mesi ha cominciato ad avvertire un aumento di intensità è frequenza dei vissuti d’ansia. Lei dice spesso “le mie preoccupazioni sono dilagate a macchia d’olio”, Mariangela da diversi mesi si sente in uno stato di preoccupazione costante, si stupisce lei stessa del numero di cose per cui può arrivare a provare ansia e preoccupazione.

Le paure e preoccupazioni di Mariangela sembrano spostarsi e transitare tra le diverse aree della sua vita, in alcuni momenti la preoccupazione va verso la condizione economica della sua famiglia (E se io perdessi il lavoro? E se Enrico venisse licenziato?E se le cose ci andassero male? E se andassimo in rovina?), del rapporto di coppia (E se ci allontanassimo? E se si stancasse di me? E se arrivassimo ad una rottura?), della salute (E se ci ammalassimo? E se i miei genitori stessero male? Se qualcuno di noi scoprisse di avere qualcosa di serio?), della possibilità di eventi dannosi ed imprevedibili (E se succedesse qualcosa di brutto? E se facessi un incidente? E se fosse lui a farsi male? E se fossero i miei genitori invece?).

Mariangela si sente tanto stanca, quasi come se “la sua mente in alcuni momenti arrivasse a sfinirla”. La qualità del sonno è peggiorata e durante il giorno fatica a concentrarsi, è inquieta ed irritabile, tante volte “scatta” per niente.

Mariangela non è una persona specifica e reale eppure la sua descrizione dell’ansia e delle preoccupazioni come “dilaganti a macchia d’olio” e il suo stupirsi del “numero di cose per cui ci si può preoccupare” potrebbero  suonare familiari a più di qualcuno.

Come riportato nella sezione “Disturbi d’Ansia” di questo sito, il disturbo d’ansia generalizzato si caratterizza per la presenza di ansia e preoccupazioni eccessive e difficili da controllare, che si manifestano per almeno sei mesi per la maggior parte della giornata e che riguardano una varietà di eventi, situazioni e circostanze della propria vita. 

È come se la persona vivesse in uno stato di preoccupazione costante, seppur con momenti di maggiore e minore intensità, dove il senso di agitazione e preoccupazione si “sposta” tra diverse aree della vita (salute, situazione economica, possibilità di eventi drammatici, ecc). Inoltre vi è la tendenza ad immaginare scenari ed esiti ben più catastrofici di quanto “realisticamente” sia probabile possa accadere e ad intravvedere alti livelli di rischio e pericolo in una grande quantità di contesti. 

L’avvertire la mente in continua attività, che si accompagna ad una tensione a livello corporeo e ad una difficoltà a “rilassarsi”, comprensibilmente favorisce un più rapido consumo di energia fisica e mentale lasciando un senso di “sfinimento” e stanchezza.

La persona comincia  a vedere compromesso il proprio  benessere e funzionamento in diverse aree della vita: familiare, lavorativa, sociale, ecc. Diventa quindi difficile mantenere, portare avanti e “sostenere il peso” delle proprie attività e relazioni quotidiane.

Quali opportunità in terapia?

Il lavoro in terapia ha consentito a Mariangela di acquisire  progressivamente maggiore  consapevolezza relativamente al “senso personale” del suo malessere. Pian piano Mariangela ha messo a fuoco che, considerandosi fin da ragazza una “persona ansiosa”, aveva sempre scelto ad un basso livello di consapevolezza di “contenere” e controllare in qualche modo questa dimensione costruendo un modello di vita basato sulla routine e sul tenersi alla larga dagli stimoli e quindi dai potenziali “pericoli”. Aveva sempre cercato di tenersi al “sicuro”, costruendo delle zone “certe” che conosceva e padroneggiava bene e tenendosi alla larga dalle novità e dai cambiamenti, digeribili solo a piccolissime dosi.

Il lavoro in terapia ha consentito di ricostruire insieme come negli ultimi mesi un avvenimento avesse “minacciato gli argini”che in tanti anni Mariangela aveva faticosamente costruito esponendola al rischio, seppur solo immaginato, di cambiamenti per lei significativi.

La gravidanza della sorella minore di Mariangela e l’entusiamo di Enrico di fronte alla notizia, che aveva cominciato a parlare con lei più concretamente dell’argomento, l’aveva portata ad affacciarsi al tema della maternità e alle paure connesse al cambiamento che un simile scenario, che anche lei desiderava eppure temeva, avrebbe potuto portare nella sua vita e nelle regolarità che si era costruita.

A fronte di vissuti ansiosi e di preoccupazioni eccessiva tante volte la sensazione della persona è quella di un “temporale” che proviene “non si sa da dove” e che invade e squote la vita quotidiana, la storia di Mariangela ci aiuta a riflettere sul fatto che dietro a sintomi ansiosi, talvolta apparentemente inspiegabili,  si possono ricostruire “storie” e “significati” che parlano della vita e dell’esperienza di ciascuno.

La psicoterapia offre l’opportunità di lavorare sull’ansia, recuperando il “senso” del malessere e del disagio che si avverte e ponendo le basi per una maggiore conoscenza e gestione delle proprie emozioni.

Stare bene è possibile?

Proviamo ad immaginare cosa potrebbe succedere se “Mariangela arrivasse a darsi pian piano la possibilità di considerare le alternative, i cambiamenti, le scelte, le nuove opzioni nella sua vita non solo ed esclusivamente come minacce e pericoli ma anche come opportunità di crescita e miglioramento”.

Cosa potrebbe succedere se Mariangela iniziasse a darsi la possibilità di “mettersi in gioco, di uscire dai confini noti e sicuri, di esplorare e di sperimentarsi”.

L’ansia e la preoccupazione eccessive non rappresentano un destino immodificabile, attraverso la psicoterapia – e quando necessario un supporto farmacologico – è possibile lavorare insieme – terapeuta e cliente-  sull’esperienza che la persona vive e sul disagio che porta individuando e costruendo possibilità di gestione per una vita più serena.

Per maggiori informazioni sul tema dell’ansia e sulle possibilità di intervento che può offrire la psicoterapia invito alla lettura del mio e-Book “Ansia: conoscerla per gestirla“.

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E-Book: “ANSIA: conoscerla per gestirla”.

Se ritieni che lavorare su questi aspetti possa esserti utile contattami, potremo lavorare insieme per costruire un maggiore benessere.

Dott.ssa Laura Bastianello Psicologa Psicoterapeuta Albignasego

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